Solidarietà a Peppe – Comunicato dei COBAS Sanità

Ci risiamo!!!

In questa torrida estate la repressione, contro chi non piega la schiena davanti ad un sistema politico che vuol vedere soccombere chi è pover@, che vuol veder morire chi non può più permettersi le cure perché la Salute costa cara, si ripropone con i soliti schemi.

Peppe, compagno di innumerevoli lotte e infermiere resistente che, insieme ad altr@ compagn@, ha sempre avuto il coraggio di criticare, contestare e denunciare le ingiustizie subite ogni giorno dai lavoratori, lavoratrici e utenti della Sanità, è stato sospeso per altri 6 mesi, ad un mese dal suo pensionamento. Un anno fa era stato già sospeso per 3 mesi ed ora l’Azienda Policlinico “Umberto I”, per ringraziare Peppe dei suoi 40 anni di servizio, lo risospende per altri 6 per aver condiviso sulla pagina Facebook un comunicato del Coordinamento Cittadino Sanità che descriveva il trattamento privilegiato di un senatore PD all’interno del Pronto Soccorso.

Da non crederci! Ma noi, che di repressione sui posti di lavoro ce ne intendiamo e la subiamo, sappiamo che tutto ciò è parte di un normalità regolata da leggi, accettata dalla maggior parte dei e delle lavoratrici di questo Paese e consentita dai sindacati confederali che con il loro silenzio continuano da anni ad essere complici di uno sistema capitalista che sopravvive solo grazie alla precarizzazione del lavoro e della vita delle persone e al loro sfruttamento.

Questa sospensione disciplinare, ancor più delle altre, è l’ennesimo avvertimento a tutti e a tutte le lavoratrici: “tenete la bocca chiusa e continuate ad essere indifferenti, altrimenti i prossimi sarete voi”. Questo messaggio negli ultimi tempi è arrivato chiarissimo a tutt@ e se oggi quest@ arroganti dirigenti si possono permettere di giocare con la vita delle persone, togliendogli lo stipendio per mesi, è perché le migliaia di lavoratori e lavoratrici rimangono passiv@ e non si indignano più.

Questo comunicato non vuole essere solamente l’espressione di una grande solidarietà e stima verso il “nostro” Peppe, ma vuole essere anche un grido di rabbia contro tutt@ coloro che oggi si sono assopiti nel proprio individualismo e nella paura.

Noi ci siamo e sappiamo bene da quale parte stare. Noi un passo indietro non lo abbiamo fatto e non lo faremo. Continueremo a lottare con coraggio per ed insieme a Peppe e a tutt@ quell@ che rifiutano una vita da sfruttati.

Roma 31 Luglio 2019                  Federazione Cobas Sanità Università e Ricerca