Comunicato sui consigli di disciplina al Policlinico Umberto I di Roma

NEL RIBADIRE il diritto dei lavoratori di denunciare sempre e ovunque l’involuzione del Sistema Sanitario pubblico e la sua privatizzazione;
NEL RIFIUTARE l’utilizzo, oltretutto distorto, da parte di chi deve gestire/garantire la salute pubblica, di una norma aziendalistica del privato, nata per tutelare l’immagine e gli interessi delle merci ai fini del mercato;
NEL PRETENDERE libertà di parola e di pensiero nell’esercizio della nostra professionalità e dignità, non accettando l’accusa di “ledere l’immagine dell’azienda” “con offese irriverenti e denigratorie”, se diciamo la VERITA’ su come si svolge il nostro lavoro quotidiano nei reparti e servizi fra spazi insufficienti e inidonei, risposte disumanizzate e senza garanzia di sicurezza, sottorganici e esternalizzazioni.
NELL’EVIDENZIARE che si “diffama” quando si diffonde una notizia falsa e NON se si dice ciò che accade realmente e quando si impone il silenzio anche su ciò che di grave si vive all’interno delle strutture pubbliche che devono rispondere ai bisogni di salute/benessere individuale e collettivo, utilizzando logiche dittatoriali e rendendosi complici di malasanità.
E infine ricordando che l’intervista è avvenuta fuori dall’orario di lavoro e dentro un passaggio della campagna elettorale che vedeva una deputata candidata alla presidente della Regione Lazio, intenta ad ascoltare le problematiche e le proposte dei lavoratori, dopo una sua visita ispettiva al DEA;
CHIEDE A TUTTI I COMPONENTI DELLE RSU AZIENDALE E UNIVERSITARIA DI PRENDERE UNA CHIARA POSIZIONE CONTRO I CONSIGLI DI DISCIPLINA DEI 3 LAVORATORI CHE, OLTRE A NON AVER FATTO L’INTERVISTA NELL’ORARIO DI SERVIZIO, MA COME LIBERI CITTADINI, HANNO ESPOSTO LE LORO IDEE E RACCONTATO LA LORO ESPERIENZA DIRETTA SUL NOSTRO DEA E SULLA SANITA’ PUBBLICA ORMAI VOLUTAMENTE SVUOTATA E ANNULLATA RISPETTO A UN PRIVATO DILAGANTE (l’intervista è stata trascritta e risulta l’orario in cui è stata fatta, per non permettere nessuna strumentalizzazione, ed è a disposizione di chiunque voglia rendersi conto della volontà dei referenti aziendali e regionali di utilizzarla UNICAMENTE a fini intimidatori e repressivi).
SI CHIEDE INFINE DI RITIRARE TALI PROVVEDIMENTI PERCHE’ LESIVI, NON ALL’IMMAGINE, MA ALLA REALTA’ OGGETTIVA CHE DOBBIAMO AFFRONTARE OGNI GIORNO, SPESSO, NON POTENDO OFFRIRE ALL’UTENZA NESSUNA CONCRETA SOLUZIONE, NONOSTANTE I NOSTRI CONTINUI “GRIDI DI AIUTO”.
15/3/2018